CAMMINIAMO VERSO IL GIUBILEO La Giustizia Biblica e la fraternità, 1° Simposio. Roma, 4 marzo 2023, di Teresa Capasso
Sabato 4 marzo 2023 Cammino ha partecipato al Simposio “La Giustizia Biblica e la Fraternità” presso la Città del Vaticano, organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti, quarta tappa del cammino attraverso il quale la Basilica di San Pietro desidera prepararsi al Giubileo del 2025.
L’incontro è stato rivolto a tutte le forze della società civile che, a diverso titolo, lavorano per il superamento dei conflitti guidati dalla giustizia biblica che alla vendetta o alla pena esemplare contrappone la riparazione e la ricomposizione delle relazioni.
I lavori aperti dal Cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro, sono proseguiti con i saluti di Monsignore Orazio Pepe, segretario della Fabbrica di San Pietro e seguiti dalla tavola rotonda “Oltre i conflitti. Verità, memoria e riconciliazione”.
Profondo l’intervento di Padre Pietro Bovati centrato sull’essenza della Giustizia Biblica. In ebraico “giustizia” è espressa con i termini sedheq, sedhaqa ed anche mispat, il termine “giustizia” li rende tutti ma in modo parziale e non del tutto appropriato, in quanto l’italiano non dispone delle sfumature del linguaggio ebraico. Il significato spazia tra normatività, fedeltà della comunità, conformità all’ordine, rettitudine e, anche, capacità di vittoria.
Padre Bovati parla di messaggio paradossale: la giustizia si realizza nella salvezza del colpevole!
Il procedimento di salvezza, volto alla conversione del malvagio, si attua attraverso le parole, gli strumenti correttivi (i castighi), il perdono e la riconciliazione, il tutto attraverso i figli di cui Dio si serve per il compito salvifico dei loro fratelli.
I castighi divini rivestono una funzione educativa per la quale il Signore, per quanto severo, cerca di correggere le cattive inclinazioni dei suoi figli. Dio, però, non sanziona definitivamente, il Suo percuotere non vuole uccidere. Quando l’uomo, munito di potere decisionale, si converte vi è l’annullamento radicale del male passato e il figlio convertito è ricoperto di ogni bene.
Misericordia e giustizia sono sempre due facce della stessa realtà di Dio.
Toccante il racconto-testimonianza di Gemma Capra (vedova del commissario Calabresi) del cammino durato cinquant’anni dal giorno dell’omicidio del marito. Un percorso difficile, di dolore che dall’umano desiderio di vendetta di una giovane venticinquenne, vedova con due figli piccoli e un terzo in arrivo, l’ha condotta, non senza fatica, all’idea di perdono. Queste le sue parole: “Gesù sulla croce chiede a Dio di perdonare coloro che gli hanno fatto del male perché come uomo sa che nel momento dell’abbandono, della disperazione, del dolore fisico e spirituale non ha la forza di perdonare, lasciando al Padre il compito di farlo al posto suo e lasciando a Lui uomo, e a noi uomini tutti, il tempo per arrivarci, il tempo del cammino”.
In sintesi, il messaggio di Gemma Capra è che il perdono richiede tempo e la giustizia umana non deve essere vendetta. Non chiediamo giustizia perché quello che ci è accaduto accada a quelli che ce l’hanno fatto, per “equità”. Questo tipo di giustizia non rispetta l’essere umano e la persona in quanto tale. Una persona è tante cose occorre vederla nel suo insieme, per questo occorre guardare oltre quello che ha fatto, perché oltre il buio c’è la luce.
I lavori terminavano con i laboratori di dialogo rivolti alla conoscenza di noi partecipanti, volti alla rappresentazione delle nostre realtà, onde costruire una comunità di servizio intorno all’esperienza della fraternità e dell’amicizia sociale.
Con orgoglio è stata presentata la nostra Associazione, la nostra filosofia di tutela dei soggetti vulnerabili, il nostro codice etico, la tutela dei figli nei giudizi di separazione e divorzio.
Spontanea la riflessione sulla nostra bellissima denominazione “Cammino” parola cardine degli interventi dei relatori, citata da questi ultimi in svariate forme: “Cammino di fede, della persona, il tempo del Cammino, la preghiera che cammina, il cammino del perdono”. Naturale l’assonanza con l’Avvocato Maria Giovanna Ruo fondatrice di Cammino che spendendo tanto, anche della sua vita, da oltre 24 anni sostiene e si fa portavoce della tutela dei soggetti vulnerabili. Ai temi sottoposti è stato replicato che gli Avvocati di Cammino sono sostenitori della mediazione familiare come risoluzione del conflitto nell’interesse preminente dei figli. Il nostro metodo innovativo è la parola, la comunicazione che possono sembrare “antiche” ma occorrono in una società dove si confligge, anche, per l’assenza del dialogo e del confronto. Quest’anno, inoltre, Cammino sarà nuovamente impegnata nel programma “Tra miti e attualità”, progetto – evento che si svolgerà a Siracusa, nell’approfondimento della perdurante attualità delle tragedie greche. Il nostro impegno, infine, è quello storico di continuo studio, della formazione specialistica nell’ottica della tutela della persona, delle famiglie e dei minori che si affidano e confidano in noi.
di Teresa Capasso