DAL 26 MAGGIO, IN VIGORE LA LEGGE 6 MAGGIO 2015 N. 55 CHE RIDUCE I TEMPI DELLA SEPARAZIONE PER POTER DIVORZIARE. FACILMENTE PREVEDIBILE UN CONSIDEREVOLE AUMENTO DELLE SEPARAZIONI E DIVORZI DI FRONTE ALL’UFFICIALE DI STATO CIVILEdi Renzo Calvigioni

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Il 26 maggio scorso è entrata in vigore la legge 6 maggio 2015 n. 55 contenente “Disposizioni in materia di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio nonché di comunione tra i coniugi.” (GU Serie Generale n.107 del 11-5-2015): nello stesso giorno, un ufficiale di stato civile, avvertito tempestivamente dai coniugi, riceveva la loro dichiarazione contenente l’accordo di scioglimento del matrimonio, in conseguenza di una separazione consensuale omologata solamente da poco più di sei mesi, in applicazione dei ridotti periodi di separazione richiesti dalla legge entrata in vigore. Appena un anno fa, nessuno degli ufficiali di stato civile poteva immaginare che, in così poco tempo, sarebbe stata introdotta una nuova funzione, quella appunto di ricevere le dichiarazioni di separazione e di divorzio e, in qualche modo, acclarare tali situazioni né, tantomeno, ipotizzare che per passare dalla separazione al divorzio sarebbero stati sufficienti solamente sei mesi, in caso di consenso tra le parti: in pratica, sussitendo le condizioni di cui all’art. 12 della d.l. 132/2014 come modificato dalla legge 162/2014, le parti possono separarsi di fronte all’ufficiale dello stato civile e divorziare dopo sei mesi, senza avvocati né giudici e senza spese (16 euro rappresentano una cifra che è anche inutile menzionare). Si potrà essere d’accordo o meno su tali modifiche, sulla nuova disciplina introdotta a tamburo battente, ma è innegabile che siamo in presenza di una normativa con effetti dirompenti, che riconosce all’ufficiale dello stato civile un ruolo fondamentale, praticamente il cardine sul quale far girare la nuova procedura: è auspicabile che la rilevanza di questa situazione venga evidenziata in tutte le sedi, illustrando anche la complessità delle funzioni, affinché si possa arrivare pure ad un riconoscimento retributivo o, almeno, un premio all’efficienza dimostrata ed alla capacità di mettere la propria professionalità al servizio del cittadino.