VIOLENZE NEGLI ASILI E NEI CENTRI PER ANZIANI E DISABILI, CAMMINO: LA VIDEOSORVEGLIANZA E L’AUMENTO DELLE PENE NON POSSONO ESSERE LA SOLUZIONE. OCCORRONO RIGOROSE SELEZIONI DEL PERSONALE E PREVENZIONE

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Oggi l’audizione della Presidente Nazionale di Cammino Avv. Maria Giovanna Ruo davanti alle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera per discutere sulle proposte di legge che regolamentano l’utilizzo della videosorveglianza nelle scuole e nei centri per minori disagiati, disabili ed anziani
 
Roma, 26 luglio 2016 – La videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia, negli asili nido e nei centri di assistenza per minori disagiati, disabili ed anziani non può essere l’arma adatta a combattere gli episodi di violenza che in questi ultimi mesi hanno, purtroppo, riempito le pagine di cronaca dei telegiornali.  Ad affermarlo è la Presidente Nazionale di Cammino (Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e minorenni) Avv. Maria Giovanna Ruo che stamane è stata audita presso le Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati nel dibattito per la formulazione dei progetti di legge che prevedono la nuova regolamentazione in materia di videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia e nei centri di assistenza per anziani, disabili e minori disagiati, oltre all’aumento delle pene per gli operatori responsabili delle violenze.
 
“La videosorveglianza non può essere lo strumento preventivo di repressione per questo tipo di abusi – continua l’Avv. Ruo – intanto perché non avrebbe un’efficacia dissuasiva, visto che nella maggioranza dei casi questi episodi di violenza sono dovuti a raptus e momenti d’ira improvvisi ed incontrollabili, inoltre non è possibile coprire ogni angolo degli istituti con telecamere apposite, creando pericolosi coni d’ombra che i soggetti responsabili delle violenze continuerebbero a sfruttare per compiere gli abusi. Infine, e questa la cosa più importante, si violerebbe il principio fondamentale del diritto all’educazione per il minore, visto che un operatore o un insegnante verrebbe visto come un possibile soggetto violento a priori, e ciò comporterebbe un vulnus allo stesso costituirsi di quel rapporto fiduciario che è base necessaria per il corretto dispiegarsi della relazione educativa, violando così il prioritario interesse del minore sancito dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. La videoregistrazione può essere utilizzata in casi particolari e solo su diretta responsabilità del Magistrato competente a cui spetta la promozione dell’azione penale, non certo dalle istituzioni scolastiche o su richiesta di associazioni di genitori”.
 
“Allo stesso modo – continua la Presidente di Cammino – risulterebbe insufficiente il mero inasprimento delle pene per i responsabili perché ciò non aiuterebbe la tutela dei soggetti vulnerabili vittime delle violenze, come invece potrebbe fare un’ampia opera di prevenzione”.
 
Secondo la Presidente di Cammino è proprio nella prevenzione che bisogna intervenire con maggior vigore, a cominciare dalle selezioni per il personale impiegato in questo tipo di strutture che dovranno superare rigidissimi parametri di professionalità e capacità psico-attitudinali, data la particolare delicatezza del ruolo svolto.  
 
 
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COMUNICATO STAMPA
LORENZO COLETTA
Ufficio Stampa Nazionale
Tel: +39 333 9592154