Riforma dell’affidamento condiviso. CAMMINO audita dal Senatore Pillon per un’anteprima sul DDL. Roma, 01 agosto 2018
Affidamento condiviso. Le varie problematiche che l’applicazione della legge sull’affidamento condiviso sono affrontate da un testo legislativo che sarà depositato in questi giorni al Senato, dove si incardinerà il suo iter legislativo.
La prospettata riforma si pone l’obiettivo di risolvere numerose “spine irritative” dell’applicazione della l. 54/2006. Data l’ampiezza e la complessità della normativa, Cammino -presente nella persona della presidente nazionale Maria Giovanna Ruo- si è riservata le sue osservazioni all’esame compiuto dell’articolato che sarà inviato dal Sen. Pillon una volta depositato. Tuttavia ha sin da ora premesso che la shared custody (e cioè i tempi paritetici di ripartizione della frequentazione con i genitori) previsti per tutti i figli minorenni in via astratta e generale non la trovano concorde: i minorenni variano di età (0-18); nella varie fasi evolutive hanno diverse esigenze anche di quantità di relazione con le figure genitoriali e queste rispondono a diverse esigenze della persona di età minore, in ragione della sua storia, della storia delle sue relazioni familiari, della qualità delle persone e delle relazioni stesse che si modificano nel tempo. Una previsione astratta e rigida di ripartizione di tempi uguali per tutti si porrebbe in contrasto con il principio del superiore interesse del minore come stabilito dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e interpretato dal Comitato ONU nel relativo volume sull’art. 3, pubblicato da UNICEF. Al rispetto di tale principio, che è elastico, va interpretato nella concreta situazione esistenziale e familiare di ogni persona di età minore, è obbligata l’Italia ai sensi dell’art. 117 Cost.