Risultano già iscritti negli elenchi dei tribunali per i minorenni 3029 tutori volontari di minori stranieri non accompagnati (Msna), di cui 505 provenienti da elenchi preesistenti all’entrata in vigore della legge 47 del 2017. Tra questi il 75,4% è rappresentato da donne, il 57,7% ha un’età superiore ai 45 anni, l’83,9% è laureato, il 77,8% ha un’occupazione – per lo più nelle professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione – e il 9,1% l’ha avuta in quanto pensionato. I primi tre distretti di Corte d’appello per numero di tutori volontari iscritti negli elenchi sono Catania (244), Roma (242) e Palermo (241). Hanno meno iscritti in Italia Campobasso e Trento con 18, Messina con 19 e Brescia con 22. Nel corso dei 12 mesi del 2018 sono stati invece accettati dai tutori nominati 3.902 abbinamenti a un minore straniero non accompagnato. La rilevazione è stata svolta con la collaborazione di 27 tribunali per i minorenni su 29.

È quanto emerge dagli estratti che anticipano la pubblicazione del “Rapporto di monitoraggio sul sistema della tutela volontaria” dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, riferita al 31 dicembre 2018 e realizzata con il Fondo asilo integrazione migrazione per rilevare lo stato di attuazione della legge 47 del 2017. L’indagine è stata condotta con la partecipazione dei tribunali per i minorenni e dei garanti regionali e delle province autonome. Hanno risposto al questionario i garanti di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana e Trento. 

L’obiettivo dell’indagine è stato quello di fornire informazioni sullo stato di avanzamento del sistema della tutela volontaria introdotto nel 2017 con la legge 47. La rilevazione è stata realizzata con il supporto di unità operative locali che hanno contribuito alla raccolta delle informazioni allorché richiesto dai garanti e dai tribunali. I garanti regionali hanno risposto sui dati relativi ai corsi di formazione, mentre i tribunali hanno fornito dati sulle tutele volontarie. L’indagine è stata condotta con la metodologia Cawi (Computer Assisted Web Interviewing) attraverso pagine web a inserimento guidato.  

Le indagini successive avranno periodicità semestrale.

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