GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA: ANCORA LUNGO IL “CAMMINO” PER LA PARI DIGNITÀ

Condividi su facebook Tweet Condividi via email

Nella Giornata internazionale dei diritti della donna, tra retorica di mimose e omaggi più o meno sinceri di uomini che un minuto dopo sapranno essere anche sarcastici e svalutativi nei confronti di mogli, compagne, colleghe, alleate o collaboratrici – bisogna dirlo ad alta voce che nel nostro Paese la parità di genere non è raggiunta: anzi la povertà economica e culturale sta facendo riemergere antichi stereotipi accanto a nuove discriminazioni. Non si tratta “solo” di femminicidi, come se non fosse abbastanza: i dati dell’Istat per il 2018 sono sconfortanti. A fronte di un consolante decremento del numero degli omicidi dai 357 del 2017 a 345 il numero dei femminicidi è salito da 122 a 133. Le radici nella quotidiana svalutazione del genere femminile.

La discriminazione culturale non è fenomeno del passato: pochissime le donne che riescono a superare il “tetto di cristallo” posizionandosi nelle stanze dei bottoni; a parità di posizione lavorativa le donne guadagnano di meno; l’attenzione è ancora rivolta sostanzialmente al loro aspetto fisico: la donna anziana e non più attraente è marginalizzata; nei ceti abbienti molte anziane sperimentano la nuova schiavitù di inseguire l’impossibile giovinezza attraverso manipolazioni estetiche che le rendono mostri di plastica. Le donne continuano ad essere parte debole in troppi sistemi. Quello familiare, dove portano e sopportano gravosi oneri quotidiani nella conduzione domestica, con equilibrismi impossibili nella conciliazione tra famiglia e lavoro. Lo stesso mondo del lavoro, dove devono difendersi quotidianamente dalle insidie di una marginalizzazione costante, erosiva, oggi talvolta ipocritamente sommersa e mascherata da untuosa pseudo-considerazione. Anche le donne che sanno farsi valere devono ogni volta riguadagnare la propria posizione, sopportando in silenzio uomini molto spesso arroganti, supponenti e svalutativi anche se appartenenti alla “intellighentzia”. Gli stereotipi di genere sono presenti anche nel linguaggio: una donna che subisce un affronto e si arrabbia è “isterica”; che protesta è “pazza”; che si ribella è “insopportabile” (per dirlo con un’eleganza che non alberga nella fraseologia imperante).

Nella vita di ogni donna sono talmente tanti gli episodi di volgarità, umiliazioni, complimenti untuosi e pesanti, piccole o meno piccole violazioni del corpo (quando non assurgono a violenza), che possono subentrare insensibilità o assuefazione. Afferma Maria Giovanna Ruo, presidente di Cammino: “Una giovane intelligente, bella e brillante studiosa emigrata in California mi disse che non si era mai accorta, prima di emigrare, di come la nostra cultura fosse impregnata di stereotipi di genere, per cui per lei fosse normale dover rimettere mani a posto, scrollarsi di dosso occhiate lascive, contenere complimenti pesanti etc. E di come si fosse trovata libera oltreoceano. Vorrei che il mondo di grandi e piccoli soprusi di genere fosse sconfitto e la parità non fosse retorica di genere da “sfoderare ogni 8 marzo”, ma realtà liberata di tutte le donne, vulnerabili e vulnerate ancora troppo spesso nella loro dignità. Dedico questo (ahimè) ancora sogno alla mia nipotina appena nata: sarà realtà se ci sarà impegno costante di tutti, anche dei numerosi uomini liberi e intelligenti che ci sono nel nostro Paese”.

 

Eugenio Russo
Ufficio Stampa Nazionale
Tel: +39 340 0592205
Mail: ufficiostampa@cammino.org
www.cammino.org