Ciao, Giulia Ruo!
Giulia se n’è andata in punta di piedi, senza preannunziarlo, con discrezione e riservatezza, disturbando il meno possibile. Non aveva raccontato mai del tutto i suoi problemi di salute, soprattutto quelli più seri, sviando la nostra attenzione su ciò che era meno importante, perché certo da ultimo era difficile nascondere che non stesse bene. Ma erano sempre cose marginali quelle che raccontava: i mali veri se li è tenuti per sé, fino a che non l’hanno portata via una notte in silenzio, nel Pronto Soccorso di un Ospedale romano.
Era una bambina vivacissima con due immensi occhi azzurri sgranati sul mondo dalla nascita: all’epoca si diceva che avesse l’argento vivo… rimase a lungo vivace, cottarola nella prima adolescenza, profondamente legata alle sue amiche di infanzia e di scuola. In adolescenza sperimentò il suo senso di cura, solidarietà e attenzione agli altri con il servizio nelle borgate romane e raccogliendo carta che poi veniva venduta per aiutare con il ricavato famiglie bisognose, mandando i bambini in colonia d’estate.
Avrebbe voluto fare le magistrali perché i bambini le piacevano molto: ma non fu possibile in un secolo in cui “l’ascolto” delle persone di età minore non esisteva e tantomeno educarli secondo le loro “inclinazioni naturali”. Amava i numeri e l’ordine matematico, ma fu iscritta al liceo classico. Avrebbe poi voluto iscriversi a economia e commercio. Non potè scegliere nemmeno la facoltà: solo giurisprudenza (o casomai medicina) appagava le aspettative familiari.
Poi la vita lavorativa le fece ritrovare quella sua vocazione ai numeri che la aveva sempre accompagnata, e si occupò di controllo di gestione in una multinazionale da cui fu però “esodata”. Fu allora che Cammino si affacciò nella sua vita. L’associazione stava crescendo, la struttura amministrativa tutta da inventare, nella consapevolezza che fossero necessari assoluta cristallina trasparenza nei conti e immediatezza nelle risposte alle esigenze dei soci e delle sedi territoriali che, nel giro di pochissimi anni, sono diventate più di 60. In Cammino trovò modo di costruire una struttura amministrativa a prova di “terremoto” quale quello che si verificò quando nel 2019 Giulia stette male una prima volta con l’ictus (dal quale uscì però senza esiti invalidanti). Aveva immaginato, con Giovanni Nardelli che si occupò della costruzione del sito, tante e tali funzioni per rispondere ad esigenze sempre più complesse e articolate che la struttura resistette e continua a resistere. Ma soprattutto si prese cura della nostra associazione con una dedizione totale, alle persone prima di tutto e alle funzioni. Non vi era mattina che non mi chiamasse prima delle 7 per darmi conto (in senso proprio) delle diverse situazioni. Non siamo mai stati in ritardo nei pagamenti, ha impostato un bilancio e un controllo di gestione degni di una multinazionale. Era in grado di inviare mensilmente l’aggiornamento a tutte le sedi; gli attestati di partecipazione ai nostri eventi a migliaia di persone l’anno. Con Francesca Nardelli, che lei ha “tirato su” trovando immediatamente una risposta intelligente e volenterosa, sono state non solo l’anima amministrativa e organizzativa della nostra associazione, ma il cemento relazionale nella quotidianità e nella straordinarietà dei nostri congressi, in cui il loro lavoro portato avanti con cura, intelligenza e passione ha consentito di dare risposte che ad altri sarebbero costate migliaia di euro, dovendo fare affidamento in società organizzatrici di eventi.
Amava viaggiare, andare a teatro, alle mostre, vedere gli amici, fare lunghe conversazioni telefoniche (in cui le abbiamo dato poca soddisfazione, e me ne dispiace), leggere romanzi storici e di Montalbano, di cui non perdeva un film. Le relazioni amicali sono state per lei vitali, soprattutto con alcune persone che l’hanno accompagnata per tutta la vita.
Come sorella ha saputo tutto di me, e io pochissimo di lei, riservatissima come era. Caparbia e inamovibile nelle sue scelte che non accettava di mettere mai in discussione. Ma mi e ci era sempre accanto. Compagna affidabile nelle avventure della vita adulta, fino a che la salute l’ha assistita.
Ha lasciato di sé il ricordo di una persona dolce, disponibile, gentile, premurosa, servizievole, attenta alle esigenze degli altri, capace di prendersi cura di persone, situazioni, relazioni.
Cammino ti sarà sempre grata per quello che hai fatto.
Ciao, Giulia, riposa in pace e seguici da dove sei!