Tribunale per le famiglie, Avvocati: la vera sfida è l’urgenza

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Al Cnf giornata di studi con Avvocati, magistrati ed esponenti delle istituzioni che concordano sulla necessità e urgenza del nuovo rito che dovrebbe essere introdotto dal prossimo ottobre

Avvocati, magistrati ed esponenti delle istituzioni si sono confrontati nella sede del Consiglio nazionale forense per discutere sulle necessità e sulle urgenze connesse al Tribunale per le famiglie. Un’occasione di riflessione a più voci sulla riforma del diritto di famiglia e sugli obiettivi che si prefigge di raggiungere nel medio-lungo termine.
«La giornata di studi – ha detto nell’indirizzo di saluto il presidente del Cnf, Francesco Greco – mira a sottolineare il ruolo sociale dell’avvocato. Nello specifico, gli avvocati familiaristi svolgono una funzione delicata per regolare e disciplinare numerose esigenze. Le regole del processo davanti al Tribunale per i minori sono state poco delineate in passato. Il Tribunale per le famiglie è un risultato prezioso tanto per i cittadini quanto per gli avvocati e le associazioni specialistiche che li rappresentano».
Sulla stessa linea del presidente Greco anche Mario Scialla, coordinatore dell’Ocf, e Paolo Nesta, presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma. L’iniziativa svoltasi presso il Cnf è stata organizzata in collaborazione con Aiaf, Ami, Cammino, Ondif e Unione nazionale delle Camere minorili.
L’invito all’ ‘urgenza’ dell’avvio del Tribunale Unico è arrivato anche da Donatella Nucera, presidente di CAMMINO, Camera Nazionale Avvocati per le persone, per i minorenni e per le famigli, che nel corso del suo intervento ha rilevato “che senza l’avvio del Tribunale Unico siamo in presenza di una riforma incompleta, con un nuovo rito del diritto di famiglia immediatamente operativo ma privo della sua cornice ordinamentale, abbiamo un contenuto nuovo senza la struttura ordinamentale predisposta dal legislatore entro la quale la stessa deve svolgersi. Ma, sicuramente e sempre di più, – ha aggiunto Nucera – riteniamo che l’urgenza derivi dalla necessità di apprestare l’agognata tutela dei diritti delle persone, soprattutto di quelle minori di età e di quelle in condizioni di maggiore vulnerabilità, secondo giustizia e in tempi rapidi. Il tempo è un elemento importante nella vita di tutti, ma soprattutto lo è per i bambini ai quali si devono dare risposte rapide e certe. Ed è proprio l’avvocatura che, spesso, in prima battuta, si ritrova a dover dare risposte a queste domande di giustizia, istanze ed esigenze che emergono nei giudizi, in particolare in quelli introdotti a tutela di minori che troppe spesso rimangono inascoltate o assunte non notevole ritardo”, ha concluso.
Per l’Avv. Maria Giovanna Ruo, presidente SAFSA CAMMINO, “per valutare quante risorse servono per attuare il giudice unico, si debbono valutare i benefici effetti deflattivi della riforma processuale: potenziamento della mediazione familiare e della negoziazione assistita, procedimenti che si possono esaurire in un’unica udienza, o comunque in pochissime udienze, cumulo di separazione e divorzio, procedimenti congiunti di modifica senza necessità di udienze. Sono congegni – spiega – che liberano risorse per il tribunale unico. Ugualmente la monocraticità, che pure liberano ulteriori risorse. Effettuare calcoli delle risorse necessarie senza tenere presenti tali benefici effetti deflattivi può condurre a conclusioni erronee sulla fattibilità del progetto. Comunque le risorse sono necessarie – conclude – ma non si può subordinare l’entrata in vigore del giudice unico per persone, minori, famiglie al momento in cui tali risorse siano a regime. Bisogna tracciare una road map e costruire sinergie L’avvocatura è disponibile a individuare strumenti per rendere possibile l’entrata in vigore del tribunale unico per persone, minorenni, famiglie come ad esempio proponendo la formazione di giudici onorari giuristi per alleggerire il ruolo dei magistrati; la riserva alla negoziazione assistita degli accordi relativi alla crisi di coppia”.