Ripensare le politiche per i minori, cogliendo le opportunità dell’attuale momento storico – Pubblicato il 12° Rapporto del Gruppo CRC di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia

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Roma, 12 luglio 2022 – Il Gruppo CRC – Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in occasione dell’anniversario della ratifica in Italia della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, pubblica “I DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA IN ITALIA – 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, alla cui stesura, con il coordinamento di Arianna Saulini (Save the Children Italia), hanno contribuito 156 operatori delle oltre 100 associazioni – tra cui CAMMINO – che fanno parte del Network. Obiettivo: scattare una fotografia dei contesti in cui si declina, o dovrebbe declinarsi, il benessere delle persone di minore età e fornire alcuni stimoli di intervento.

Gli esiti dello studio raccontano purtroppo di misure adottate fin qui ancora insufficienti a marginalizzare fenomeni come quelli della povertà minorile, della denatalità, delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Questo in un momento storico, tuttavia, di grandi opportunità, con l’infanzia e l’adolescenza entrate tra i grandi temi dell’agenda politica anche grazie al ruolo delle Associazioni del Terzo Settore e dello stesso Gruppo CRC e con la presenza, ora, di documenti di riferimento sia a livello europeo – come la Strategia dell’Unione europea sui diritti dei minorenni 2021-2024, la Garanzia Europea per l’Infanzia, la nuova Strategia del Consiglio d’Europa sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2022-2027) –, sia a livello nazionale come il 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva (c.d. Piano Infanzia) e il Piano d’Attuazione Nazionale della Garanzia Europea per l’Infanzia (PANGI). Ora occorre dare concretezza alle priorità emerse e alle azioni previste mettendo a disposizione risorse adeguate quali quelle rese di recente disponibili a livello europeo e nazionale.

Tra i fenomeni messi in luce dal Rapporto, spicca quello della povertà minorile. Davvero troppi i minorenni in condizioni di povertà assoluta, complice la pandemia e le sue derive sul piano sociale: 1.382.000 nel 2021, il 14,2% (dati Istat). Occorre un intervento organico e strutturale di contrasto che consideri la multidimensionalità del fenomeno e operi con una strategia multilivello: non solo meri trasferimenti monetari, ma servizi e accompagnamento individualizzato, nella tutela del superiore interesse del minore. Evidente inerzia, a leggere i numeri, anche di fronte ad un altro fenomeno che va avanti da decenni, quello del declino demografico della popolazione italiana: i nati nel 2021 sono stati appena 399.431, -1,3% rispetto al 2020 e quasi -31% rispetto al 2008. Un dato completato dalla fotografia di una popolazione residente in Italia dove i minorenni rappresentano solo il 15,8%. Qui è necessario un intervento diffuso, espressione di un deciso cambio di mentalità di tutte le articolazioni della società per favorire la ripresa demografica.

Anche il clima incide sul corretto sviluppo psicofisico dei minori. Sia in termini di inquinamento atmosferico (traffico, il riscaldamento domestico e attività industriale) che in Italia è il primo fattore di rischio ambientale con l’81.9% della popolazione che vive in zone con inquinamento superiore ai valori considerati sicuri con punte anche fino al 100% in alcune Regioni, sia riguardo alla scarsità crescente di spazi verdi cittadini usufruibili dai ragazzi. Molto alti i rischi legati al cambiamento climatico in atto: il nostro Paese è classificato in una fascia di rischio medio-alto considerando i fattori di esposizione agli shock climatici e ambientali. Le interazioni tra inquinamento e allergeni provocano un aumento dell’incidenza di sensibilizzazione allergica e un possibile incremento di asma e di altre malattie e mortalità legate al caldo, nonché di infortuni, traumi psichici, malattie e decessi causati dagli eventi estremi. Se i rimedi per contrastare questa tendenza devono essere trovati a livello globale, a livello locale un aumento degli spazi alberati urbani consentirebbe una mitigazione di questi rischi. Occorre ridisegnare quindi le città creando quartieri privi di traffico e strade a 30 km all’ora, incentivando la ciclopedonalità, e potenziando l’educazione ambientale anche nelle scuole.

Riguardo a violenza e maltrattamentI, la raccomandazione rivolta dal Gruppo CRC alle Istituzioni è in primis quella di raccogliere e rendere disponibili dati più puntuali sull’entità del fenomeno nel nostro Paese attraverso un monitoraggio periodico per poter meglio orientare le politiche di prevenzione e intervenire correggendo le disomogeneità territoriali nella presa in carico. Idem per quanto riguarda i minorenni fuori dalla famiglia di origine, dove l’assenza di “visibilità” viene declinata anche nella discordanza e incompletezza dei dati raccolti. L’ultima indagine risale al dicembre del 2016, mentre quella sul numero delle strutture di accoglienza al 2017. L’analisi del Rapporto CRC si basa sugli ultimi dati disponibili al 31 dicembre 2019, indicando in 27.608 i minorenni fuori famiglia, il 2,9 per mille della popolazione di minore età in Italia. La proposta è quella di superare la disomogeneità e incompletezza delle informazioni adottando un metodo univoco, il sistema S.In.Ba (Sistema informativo sulla cura e la protezione dei bambini e delle loro famiglie) al fine di un ottimale orientamento degli interventi. In materia di adozioni nazionali, il rapporto evidenzia che, al di fuori del numero dei minorenni dichiarati adottabili e adottati, non sono censite altre notizie essenziali (età, condizioni psicofisiche, fratrie, etc.) né si hanno dati aggiornati sui minorenni dichiarati adottabili e non adottati, così come non è ancora pienamente operativa, a distanza di 21 anni dalla data entro cui avrebbe dovuto essere attivata, la Banca Dati nazionale dei minorenni dichiarati adottabili e dei coniugi “aspiranti all’adozione nazionale e internazionale”. Altro annoso problema evidenziato nel Rapporto CRC è quello della mancanza di dati quantitativi e qualitativi delle persone di minore età con disabilità, in particolare nella fascia 0-5, già oggetto di raccomandazione aspetto su cui l’Italia era già stata attenzionata da parte del Comitato ONU sui Diritti dell’Infanzia nel 2019.

Qualcosa sta cambiando invece rispetto all’ascolto e partecipazione dei ragazzi e delle ragazze: si sono intensificate le occasioni, soprattutto istituzionali, di coinvolgimento dei giovani, che seppur rispondenti a diversi “gradini della scala della partecipazione” proposta da Roger Hart, sono sicuramente un segnale di come si sia finalmente iniziato ad attuare e stabilizzare l’esercizio del diritto riconosciuto dall’art. 12 della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Quello che emerge è tuttavia un dilagante disagio adolescenziale con manifestazioni psicopatologiche e psichiatriche acute, gravi dal punto di vista delle condotte e diffuse dal punto di vista epidemiologico. Ma solo un terzo dei circa 2 milioni di minorenni con un disturbo neuropsichiatrico riesce ad accedere ad un servizio territoriale di neuropsichiatria e solo la metà di questi ottengono risposte terapeutico-riabilitative appropriate con ampia disomogeneità tra le regioni. E anche in questo ambito si evidenzia una perdurante mancanza di un sistema informativo nazionale per la salute mentale delle persone di minore età. È urgente promuovere iniziative volte a favorire il benessere psicofisico e la salute mentale dei bambini e degli adolescenti in tutti i contesti di vita, di cui la previsione di un fondo per il sostegno psicologico nelle scuole sia solo un primo passo, accanto ad altre strategie capaci di riportare bambini e adolescenti al centro dell’attenzione educativa, scolastica, sociale e sanitaria

Infine, ma non ultimo, altro tema che il Gruppo CRC segue da anni e che è evidenziato nel Rapporto è quello relativo ad una non rinviabile educazione all’affettività e al rispetto delle diversità, a cominciare dalle scuole. La prevenzione, in questo caso, passa per una educazione alle emozioni, alla loro gestione e al loro controllo. Accanto a questo, un’educazione di genere nei programmi scolastici che punti a riconoscere a superare gli stereotipi di genere, spesso prodromici ad episodi di violenza domestica e contro le donne.

Il 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia, disponibile integralmente sul sito di Cammino a questo link, rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo di monitoraggio che si concluderà con il prossimo Rapporto Supplementare che verrà inviato alle Nazioni Unite in occasione dell’esame dell’Italia, dal Gruppo CRC. Come gli altri Rapporti, l’obiettivo è fornire uno scatto aggiornato e credibili dello stato di attuazione dei diritti delle persone di età minore nel nostro Paese e realizzare le connesse azioni di advocay.