Il nuovo ordinamento penitenziario minorile: un’occasione perduta?

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Il 10 novembre u.s. è entrato in vigore il Decreto Legislativo 2 ottobre 2018, n.121 pubblicato sulla G.U 26 ottobre 2018 n. 250.
Il Governo in attuazione della delega contenuta nella c.d. riforma Orlando del codice penale, di procedura penale e dell’ordinamento penitenziario ha colmato una lacuna durata oltre quaranta anni, introducendo, in un quadro organico, le cd misure penali di comunità per l’esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni e dei cd. giovani adulti, ispirate alle finalità ri-educative e di risocializzazione sociale proprie del processo penale minorile. Le misure penali di comunità dovranno essere disposte tenendo conto dell’esigenza di garantire un rapido inserimento sociale con il minor sacrificio della libertà personale, sulla base dei risultati dell’osservazione e della valutazione della personalità del minore (art. 2). La riforma risponde agli “standard europei di vivibilità carceraria”, ma la misura detentiva deve restare l’extrema ratio, se vi è il pericolo che il condannato si sottragga all’esecuzione o commetta altri reati. Occorre sottolineare che il Governo non ha ritenuto di esercitare una serie di deleghe che gli erano state conferite dalla legge n.103 del 2017, ivi compresa quella relativa alla giustizia riparativa e alla mediazione reo-vittima, quali momenti qualificanti del percorso di recupero sociale sia in ambito intramurario sia nell’esecuzione delle misure alternative (art. 1, comma 85, lett.f), perdendo così una buona occasione per disciplinare procedimenti che nel rito minorile, da oltre venti anni, si fondano su piedistalli normativi instabili.

Leggi qui il testo del decreto.

Scarica il pdf del Dlgs 2 ottobre 2018 n. 121.