I NOSTRI PRIMI 20 ANNI: TRA PRESENTE E FUTURO, APERTO IL CANTIERE PER LA TUTELA DEI SOGGETTI VULNERABILI ALLA RICERCA DI NUOVE STRADE
di Maria Giovanna Ruo (Presidente nazionale CAMMINO)

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20 anni sono un bel traguardo, soprattutto quando si è “camminato” tanto. Gli avvocati sono l’anello di congiunzione tra vita e diritto, danno voce alla domanda di giustizia delle persone, non solo nel singolo processo, ma in una visione ampia della propria funzione di promozione e tutela dei diritti. Portano in emersione la nuova domanda di giustizia stimolando riflessioni per trovare -con dottrina, magistratura ed altri operatori- soluzioni rispondenti alle sue istanze.

Nel nostro settore (diritti delle persone, delle relazioni familiari e dei minorenni) la società è cambiata e sta cambiando a ritmi vertiginosi, spesso capovolgendo schemi consolidati: nuovi temi e problemi si affiancano agli antichi non risolti. L’avvocato, spesso primo percettore di nuova domanda di giustizia, ha anche la responsabilità sociale e professionale di cercare soluzioni in un ordinamento spesso privo di risposte adeguate e che stenta a trovare nuove identità e coerenza.

Cammino nel 1999, (10 anni dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (20.11.1989) per un’intuizione: i diritti delle persone di età minore stavano diventando centrali nelle dinamiche familiari e sociali, ma il dibattito giuridico stentava a rendersene conto[1]. Sin dal suo primo statuto, Cammino pose come proprio obiettivo la tutela anche di altri soggetti vulnerabili nella prospettiva dell’evolversi in senso multietnico della società. Era allora un po’ visionario (caratteristica rimasta alla nostra associazione, come giustamente ha sottolineato Maria Masi) ma si cominciò ad aprire una strada dove cominciava appena ad essere accennato un sentierino. La raffigurazione del the best interest of the child del nostro primo logo, diventa nel 2017 la rappresentazione della tutela dei diritti fondamentali dei soggetti vulnerabili nel nostro nuovo logo: dal bambino promanano altre persone (una donna dai tratti non caucasici e un uomo anziano) racchiusi in un cerchio perché nella tutela dei diritti fondamentali dei soggetti vulnerabili non vi può essere cesura, da inizio a fine vita.

Questa la cifra di CAMMINO in questi primi 20 anni: make a way where there is not way[2], senza che quasi ce ne rendessimo conto, è entrato a far parte del nostro DNA, è divenuto un modo di essere associazione in una prospettiva dinamica di ricerca. Questo anche lo snodo degli intensi tre giorni che ci hanno visto insieme a nostri grandi ed autorevoli Amici che in questi anni ci hanno accompagnato nei percorsi di riflessione e approfondimento con stimoli continui. Per il nostro compleanno ci hanno regalato sapienza, scienza ed esperienza schiudendo nuovi orizzonti di tutela.

Si è costruito un articolato percorso con infiniti sentieri dove incamminarsi per la tutela dei diritti fondamentali dei soggetti vulnerabili, in una società sempre più composita, sfaccettata, articolata e complessa in cui emerge la vulnerabilità dei diritti fondamentali, violati troppo spesso e con nuove forme anche nelle società cd. avanzate e che si professano attente ai diritti umani come la nostra che ne è culla.

Si è aperto un immenso cantiere -tra presente e futuro- con prospettive nuove e tante strade di giustizia da costruire o ricostruire. Siamo usciti da questi tre giorni entusiasti, rafforzati, coesi, cambiati perché

Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi” (Italo Calvino).


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[1] Dottrina e giurisprudenza erano interessate principalmente da temi giuridici matrimoniali e l’unica associazione di avvocati che si occupassero di relazioni familiari allora esistente, non contemplava i minorenni nemmeno nella sua denominazione e se ne interessava assai poco.

[2] Da Isaia, cap. 43, diventa un motivo conduttore di vari Gospel e la frase emblema dell’African National Museum di Washington.